Verrà presentato in anteprima mondiale al Giffoni Film Festival, il film Edith, una ballerina all’inferno prodotto da Violet Moon e MoKa, associazioni culturali italiane attive nel teatro narrativo, nello storytelling e nell’ambito audiovisivo. La pellicola, liberamente tratta dalla storia di Edith Eva Eger, ballerina ungherese sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, porta la firma di Emanuele Turelli (sceneggiatore), di Marco Zuin (regista), di Lorenzo Pezzano (direttore della fotografia, già collaboratore di Pupi Avati e Marco Paolini), con la partecipazione in qualità di main actor di Marco Cortesi e Mara Moschini, già noti al pubblico cinematografico e televisivo internazionale grazie a Ruanda e Il muro (Prime Video) e alla serie “green storyteller”.
L’idea di sviluppare la storia della giovanissima Edith in un film è di Riccardo Viviani e Claudia Ziliani, rispettivamente direttore organizzativo e produttore esecutivo di Violet Moon. Il film ripercorre le vicissitudini di una sedicenne ungherese dalla persecuzione razziale nell’Ungheria occupata del 1944 per motivi ideologici e religiosi (Edith era di origine ebraica), l’arresto, la deportazione verso il complesso concentrazionario di Auschwitz, la terribile sopravvivenza nel campo femminile di Birkenau, le marce della morte, fino alla liberazione, che per Edith e la sorella Magda arriverà miracolosamente in un sottocampo di Mauthausen, quando furono estratte da un cumulo di cadaveri da due soldati americani, il 4 maggio del 1945. Una storia (purtroppo) come milioni di altre storie, ma con un’accezione in più: Edith riuscirà a salvarsi e salvare il suo gruppo di deportate grazie alla sua passione per la danza, l’unico appiglio allo status di essere umano e non di “pezzo” come era invece nei progetti del nazismo. Grazie a quella passione, Edith (magistralmente interpretata dalla diciassettenne Viola Turelli) troverà il coraggio di danzare di fronte al terribile Mengele (Romeo Tofani), guadagnando cibo aggiuntivo per le lei e le compagne; grazie a quella passione Edith riuscirà in ogni momento ad infondere coraggio alle altre e a spronarle verso la salvezza. Nei 62 minuti di pellicola, in parte girati a Salò, nel dismesso teatro che fu luogo di festa per i gerarchi fascisti durante la repubblica sociale italiana, in parte all’interno del campo di Birkenau, in Polonia, si alternano più arti per un film sperimentale nel quale danza, narrazione e recitazione concorrono in un ben bilanciato mix al risultato finale. Ciliegina sulla torta, una colonna sonora originale (composta da Daniele Gozzetti) con suoni e atmosfere che ricostruiscono quelli dei “bandelli” di deportati anche noti come “l’orchestra di Auschwitz”, attiva nel campo della Polonia occupata dal 1941 al 1945 (…)